L’irrefrenabile bisogno di sentirsi dei ribelli

il bisogno di sentirsi ribelli

Qualche tempo fa ho scritto un articolo in cui mi chiedevo come mai La casa de Papel avesse riscosso tanto successo.

Tra le risposte che mi ero data ce n’era una che diceva che i ladri più famosi di Spagna ci piacciono così tanto perché il loro furto è una di quelle cose che riesce a “fregare il sistema”, a “fregare lo Stato”. E cercare una scappatoia per essere più bravi di chi è naturalmente portato a essere più grande di noi è un sogno nascosto dell’animo umano.

Trasgredire una regola imposta ci fa sentire furbi, ribelli. Anche in periodo di quarantena. Perché non prendiamoci in giro, di questo si tratta: ancora oggi tante, troppe persone, provano ad aggirare il sistema con un semplicissimo gesto. Aprono e oltrepassano la porta di casa.

Sia chiaro, essere costretta a restare tutto il giorno fra quattro mura è una cosa che sta mettendo a dura prova anche i nervi di una come me che è una pantofolaia nata. E che – tutto sommato – ha la fortuna di vedere il mare se si affaccia dalla finestra. Ma uscire e restare fuori per molto tempo adesso è davvero fuori luogo.

È il caso dei runner? Si, certo, ma non solo.

Tanto per cominciare non mi riferisco a quelle persone che abitualmente fanno sport e continuano a farlo ancora oggi. Avete tutta la mia stima e la mia invidia, ma io cosa ci trovate di bello a correre alle 7 di domenica mattina devo ancora capirlo. Quindi non vi dirò certo cosa è giusto o non è giusto fare. Siete diventati il capro espiatorio di questi ultimi giorni ma se riuscite a correre da soli per la strada non fate male a nessuno e non siete responsabili del male del Mondo, questo lo sappiamo.

Il punto però è un altro. Possibile che tutti quelli che fino ieri praticavano come sport estremo il salto sul divano o lo zapping selvaggio, oggi si siano scoperti podisti provetti?

Ed è possibile che tutti i pigri che avevano insegnato ai loro amici a quattro zampe a fare la pupú nel giardino, oggi abbiano compreso la necessità dei loro cani di stare in giro a sgranchirsi le zampe? Magari a km di distanza da casa.

E ancora: è davvero necessario andare al supermercato ogni mattina? Ho vissuto da sola e lontana da casa per diversi anni. I miei orari in città non mi permettevano di fare passeggiate al supermercato nel corso della settimana e quindi il giorno deputato alla spesa era sempre e solo uno: il sabato. Uscivo una volta ogni 7 giorni, in un momento assolutamente normale e non in mezzo a una pandemia, e riuscivo tranquillamente a organizzare una spesa decente fino al sabato successivo. Non penso di avere doti eccezionali, ma semplicemente di possedere la capacità che abbiamo tutti – se vogliamo – di ottimizzare il tempo. E, perché no, anche di risparmiare un po’.

E allora perché in molti avvertono la necessità di dover stare fuori proprio ora? Perché vogliono diventare come il Professore, come Tokyo, come Berlino. Sentirsi furbi. Essere quei ribelli che non si piegano alle regole. La resistenza al sistema.
Senza capire che qui non c’è nessun sistema da aggirare. Che non esistono attacchi alla democrazia o alla libertà, come piace dire a qualcuno.

Cercare scuse per restare in mezzo alla strada, quando ti viene chiesto di rimanere in casa a causa di un virus altamente infettivo, non è fare il furbo e fregare lo Stato. È fare lo sciocco, fregare se stesso e, potenzialmente, anche gli altri.

E allora se la mia amica può passare le notti in pronto soccorso pur essendo solo una specializzanda, se mio zio – ristoratore – può tenere chiusa la sua attività fino a non si sa bene quando e se migliaia di famiglie in Italia possono riuscire a organizzare al meglio il loro tempo dividendosi fra smart working, pranzo, compiti dei bambini e pulizie domestiche. Beh, si: tu, caro sportivo – occasionale o meno – puoi anche rinunciare alla tua corsetta e sentirti meno ribelle!

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