Maternità docenti di scuola dell’infanzia

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Cosa succede all’insegnante di scuola dell’infanzia quando si trova in maternità? In che modo la legge tutela questa categoria e cosa bisogna fare per essere certi di avere garantiti tutti i propri diritti? Maternità docenti scuola dell’infanzia ecco come comportarsi.

Insegnare in una scuola dell’infanzia significa non essere solo un’insegnante, ma calarsi (nel senso letterale del termine) ad altezza di bambino e scoprire con lui il mondo. Con scuola dell’infanzia s’intende il vecchio asilo o scuola materna, tolta l’accezione assistenzialistica o materna, oggi questo ordine di scuola è considerato a tutti gli effetti il luogo degli apprendimenti, nel quale il bambino. dai 2,5 anni ai 6,  impara a crescere e a muoversi all’interno di un contesto istituzionale, ma questo non significa che l’insegnate siede in cattedra, anzi tutt’altro.

Cosa fa una docente in pratica? Passa il suo tempo inginocchiata ad altezza dei suoi alunni per poter parlare con loro e guardarli negli occhi, gli pulisce il naso pieno di moccoli e gli asciuga le lacrime, prende il bambino in braccio per rassicurarlo, coccolarlo o semplicemente per giocare, corre con i bambini, salta con loro, balla e poi, certamente, alza la voce per farsi sentire, lavora 25 ore settimanali senza avere neanche il tempo per una pausa, per andare in bagno, bere o respirare, sono 25 ore in cui si è concentrati solo ed esclusivamente sul bambino, anzi su 28 bambini contemporaneamente.

Alla maternità docenti della scuola dell’infanzia, alla luce del tipo di lavoro che viene svolto, è riservato un trattamento privilegiato per garantire la salute della mamma e del bambino e allo stesso tempo per non togliere agli alunni il diritto pieno e completo ad avere un’insegnante vigile, attenta, in forma.

Il Decreto Legislativo n.151 del 2001 “Tutela e sostegno della maternità e della paternità”  sancisce e specifica nei vari allegati il tipo di rischio a cui la madre lavoratrice non può essere esposta durante l’intero periodo di maternità e fino al settimo mese dopo il parto.

Ogni docente deve essere consapevole dei rischi presenti nell’ambiente di lavoro per poter intervenire già nel primo periodo di gestazione, dai 30 ai 45 giorni dal concepimento, perché alcuni agenti, in particolare fisici e chimici,  possono nuocere al nascituro proprio in questo primo periodo.

La valutazione dei rischi è effettuata dal Dirigente Scolastico e deve essere resa nota alle docenti e in caso di gravidanza è necessario immediatamente cambiare mansione all’insegnante.

In caso di maternità docente cosa bisogna fare praticamente?

  • certificato di maternità, rilasciato dal proprio ginecologo, da consegnare al Dirigente Scolastico
  • certificato, rilasciato dal proprio ginecologo, in cui viene chiesto il cambio mansione per la docente da consegnare direttamente alla Direzione Territoriale del Lavoro (ex Ispettorato)insieme alla domanda di estensione del congedo di maternità.

A questo punto, il Dirigente Scolastico comunica alla Direzione Territoriale del Lavoro il proprio intento cioè o il cambio mansione, se possibile, oppure l’impossibilità a trovare un’altra sistemazione per la docente con il conseguente allontanamento dal luogo del lavoro.

Trascorsi 7 giorni con l’arrivo del decreto da parte della Direzione Territoriale del lavoro la docente non è più in servizio con i bambini per tutta la durata della maternità e fino al settimo mese di vita del bambino stesso.

Conoscere la legge e i propri diritti significa non esporre se stesse e il proprio bambino a inutili rischi assicurandosi un bellissimo periodo di attesa.

 Maternità docenti il diritto alla salute viene prima di qualsiasi altro diritto.

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