Outfit: gonna vintage e denim

Qui bisogna fare la rivoluzione. Contro i leggins usati come jeans, contro le scarpe strette, contro gli smalti che si sfaldano il giorno dopo… e soprattutto contro tutti quelli che si lamentano sempre ma che non fanno un cavolaccio per cambiare la loro situazione.

Gonna: Promod (old)
Camicia: Battipaglia Local Market
Scarpe: Bata
Borsa: Mango
Fiore: Le Canottiere


Monotoni, privi di ogni tipo di passione, rassegnati, con il loro maglioncino vecchio anche in primavera, che fanno ogni giorno lo stesso percorso quando potrebbero cambiarne almeno tre, che attraversano Piazza Duomo “perché troppo affollata” tramite il sottopassaggio della metro, quelli che non fanno shopping, non vanno ai mercatini super affollati la domenica perché “troppa gente”, che non ridono senza senso, che non si sporcano mai, che fanno sempre la piastra, che non si vestono fluo. E che palle. La verità è che c’avete rotto. Voi e i vostri giudizi. Ma beati voi che c’avete sempre un’idea su tutto, anche sulle cose che non conoscete… che quando accade qualcosa a qualcuno altro voi sapete come è andata, e se non lo sapete, allora la vostra ipotesi è quella giusta. Umaronnamiii. E poi, davvero, la primavera è arrivata, ve li levate quei cappotti che io non mettevo manco a gennaio? Ci andate senza calze? Li scombinate un po’ questi capelli? Vestitevi come vi pare, fatevi uno shatush, cambiate, rinnovatevi. Che poi io divento quella che si lamenta di quelli che si lamentano. E pure io non è che ne ho pochi di difetti. Ma la domenica in cui ho fatto queste foto mi sentivo libera, viva, e mi sono vestita a caso, sentendomi felice nel farlo… Forse a Castel San Lorenzo non mi sarei mai vestita così, perché lì amo essere una bimba disciplinata che indossa il trench blu più bello che c’è. Perché lì esco con la mamma che mi vuole vedere ordinata nel mio disordine, e lei i camicioni, le gonne lunghe e i colori troppo scuri non li sopporta, lei ama il bianco, il rosa, il verde, le magliette che son corte e le gonne che si accorciano… e no, non vale la storia “devi essere sempre te stessa”, vale, piuttosto, quella del “sii chi cavolo ti pare, quando ti pare, se necessario ogni volta diversa”. Perché cambiare fa bene e non è solo una necessità. Cambiare lavoro, amici, fidanzato, casa, città arricchisce l’animo, rinvigorisce lo spirito. E da necessità si trasforma in virtù. Siate in grado di avere coraggio, siate in grado di osare, assumendovi le vostre responsabilità. Fate delle scelte, è sempre giusto se lo volete, c’è sempre un metodo per tornare indietro, o quantomeno se dovesse essere necessario lo troverete, diamine! Sorridente, musoni che non siete altro. C’è il sole, siete vivi, e tutto va bene. Anche se qualcosa va male. Fregatevene.


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