Emancipazione femminile, lotta per l’affermazione delle donne, fra pantaloni neri e leggi per ottenere maggiori diritti per le donne: un continuo, per anni, affermare l’inferiorità del sesso debole, attraverso azioni di rivendicazione.
Nell’epoca in cui tutto o quasi tutto è stato detto e scritto ci sono ancora donne che vengono violentate, uccise, deprivate del proprio valore come essere umano eppure la forte contraddizione con tutto questo risiede proprio nei desideri delle donne.
Prima che affermazione professionale, indipendenza economica, acquisizione di una buon livello d’istruzione, le donne desiderano il principe azzurro, l’anello al dito, il vestito bianco, i festeggiamenti che almeno 40 anni prima hanno visto protagoniste le loro mamme e nonne, le bomboniere, i merletti, i fiocchetti, i pizzi e l’uomo che le faccia sentire finalmente donne realizzate pienamente fra fornelli, aspirapolvere, e pannolini da cambiare.
Che male c’e a desiderare il matrimonio, il sogno di tutte le cenerentole?
Nessuno, nessun male, solo piccole cadute di stile, fra abiti, cerimonie e desideri.
L’evoluzione delle generazioni quale processo fisiologico non può, ne deve arrestarsi di fronte al sogno dell’abito bianco, neanche fossilizzarsi sull’uso incondizionato dei pantaloni neri.
Ripetere gli stessi schemi senza un’evoluzione personale non è diventare adulti, ma fingersi grandi.
L’evoluzione, la crescita necessita scontrarsi con il vecchio, con la generazione precedente e affermarsi per quello che si è, solo in questo momento si può arrivare all’integrazione delle esperienze genitoriali e procedere alla creazione di un nuovo linguaggio che non sarà mai uguale al precedente, a quello dei propri nonni o dei propri genitori, ma sarà una nuova formula, data da nuove consapevolezze, una formula che sarà solo e soltanto di chi l’ha creata.
Il sogno del principe azzurro diventerà la volontà di condividere una sfera della propria vita con un’altra persona; l’abito bianco diventerà l’abito che meglio si abbina al proprio incarnato, alle proprie forme, all’età; le bomboniere diventeranno una scelta consapevole di investimento del guadagno del proprio lavoro; i pantaloni neri diventeranno un passe-partout per affrontare il quotidiano ogni giorno e alle cerimonie sarà destinato quell’abito elegante, quella gonna, quella scarpa che dalle vetrine dei negozi ogni giorno fa l’occhiolino a donne emancipate, felici, consapevoli che corrono e vivono in ogni momento le mille sfumature del loro essere donne, figlie, madri, sorelle, mogli, amiche, prima di se stesse e poi dell’uomo, che ne frattempo ha perso il mantello e il cavallo, diventando un uomo consapevole accanto ad una donna consapevole.
Spogliandosi dei pantaloni neri ci si può vestire di se stesse.
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