Ritorno a casa, 48 ore di puro piacere!

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Dopo piú di un anno da Italian all’estero ho preso un volo direzione Milano. Nel display al posto di Milan MXP vedevo “CAFFÉ ESPRESSO”.

Per lavoro sono dovuta andare a Milano nel giorno in cui l’Italia giocava con la Spagna: buffo, no?

L’estate italiana durante gli Europei. La città deserta, il silenzio interrotto solo in alcuni momenti dalle grida provenienti dai bar e poi l’esplosione: i clacson, il tricolore sventolato dai finestrini delle macchine, le grida. La città che celebrava. Gli italiani fieri di essere italiani. Quale miglior benvenuto?
Ma è solo in Hotel che il mio cuore ha avuto un sussulto d’eccezione.

Come nelle migliori fiction ho aperto la porta del bagno per ispezionare la camera ed è lì che è avvenuto il miracolo: rullo di tamburi: ”Ladies and gentelmen..il bidet!”.

Quanto mi sei mancato amico caro! In quell’angolo tutte le mie malinconie e i rimpianti di aver preferito un’altra terra all’Italia. Solo l’eccezionale incontro con mio padre ha spazzato via quella malinconia.
Ritornare a Milano dopo molti anni, rivedersi nella routine di prima, nelle abitudini, nei ritmi milanesi. Nelle certezze italiane: il pane a tavola, il traffico, il caffè senza specificare “corto”, il tassista chiacchierone, le gelaterie, gli uomini curati più di una donna, le vetrine, le fantastiche vetrine, l’inglese dell’aeroporto arrangiato. Italia.

Pensavo ad una canzone di Silvestri che mi piace molto e che fa “Traslocare é un poco morire […] vi prego amici rimanete, anche se non so dove vi sedete”. Sapete cosa mi manca a Barcellona? La complicità che avevo con le mie amiche, e Milano me l’ha ricordata. Mi ha ricordato i caffè, i loro citofoni da suonare con birra e patatine per un ape estivo a casa, le loro felpe prestate per una notte fuori casa non pianificata, il senso di libertà nel sentire le loro voci.

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