Tono Mucchi e la democratizzazione dell’arte

tono mucchi personale milano lo spazio intorno

Tono Mucchi, eclettico artista milanese classe 1938 esporrà le sue opere presso La galleria Artespressione di Paula Nora Seegy, in via della Palla 3 a Milano, fino al 10 gennaio 2017.

“A 62 anni avevo l’impressione che su quella strada (la pittura) non sarei riuscito a fare nulla di diverso o più significativo di quello che ero riuscito a fare. […]Volevo provare a spingermi al di là delle mie capacità. […] Ciò mi ha portato ad osservare il mondo maggiormente dal punto di vista fotografico e a voler trovare una tecnica nuova”.

La galleria Artespressione di Paula Nora Seegy, in via della Palla 3, a Milano, fino al 10 gennaio 2017 ospiterà una personale dell’eclettico artista milanese Tono Mucchi, classe 1938. Matteo Pacini, curatore della mostra, propone alcune elaborazioni digitali di piccola dimensione realizzate sulla base di scatti autoprodotti dall’artista che, attraverso questa tecnica, ricrea atmosfere, forme nuove e sorprendenti ma sempre in sintonia con la sua pittura degli anni ’80-’90.

Durante la conferenza stampa, ho avuto modo di intervistarlo riuscendo a cogliere tutto il lato umano di questo incredibile artista che, con assoluta modestia, ama definirsi un “semplice artigiano”.

In genere, ogni artista artista ha un’ossessione che cerca di mostrare nelle sue opere. Qual è la sua ossessione?

“La mia ossessione sono io stesso. Il mio problema sono io, sono sempre stato scontento, perché ho sempre pensato che avrei potuto fare sempre meglio di quanto facevo. È da cinquant’anni che cerco di capire chi sono. A 80 anni forse ho trovato un equilibrio e non ho più questa ossessiva ricerca della perfezione”.

Questa sua ossessione, però, ha aiutato l’artista a rinnovarsi e a migliorarsi nel suo lavoro.

Il perfezionismo inarrivabile, sua ossessione e più grande paura, ad un certo punto della sua carriera, causò a Mucchi una crisi spaventosa, durata 6 anni di analisi. Questa angoscia, infatti, ha portato l’artista a continui confronti, a tratti sconfortanti, con altri grandi pittori del passato (ad esempio, parla di quando una volta a una mostra di Bacon pensò che non avrebbe mai più dipinto, anche se poi così non fu). Ma ciò è gli ha  anche permesso di avere più fioriture nella sua carriera. Mucchi, infatti, ha iniziato la sua carriera artistica come pittore astratto, fino ad approdare al lavoro di post-produzione fotografica.

Nella florida carriera artistica di Tono Mucchi è poi risultata indispensabile la sua grandissima memoria visiva che gli ha permesso da sempre di realizzare grandi quadri, opere, foto ma che, a suo dire, gli ha provocato serie difficoltà durante il suo percorso scolastico poiché non riusciva ad applicarsi quanto avrebbe voluto a scuola. Questa carenza scolastica (che comunque gli ha permesso di avere un diploma e un corso professionale post diploma in Grafica negli anni ’60 a Londra!) era compensata dalla sua impressionante memoria fotografica e da un innato talento artistico!

Nelle miniature di Tono Mucchi, dopo aver modificato le fotografie con photoshop, egli utilizza una tecnica meccanica costituita da una finissima retinatura, come una firma sulle sue opere. Di fondamentale importanza, quindi è anche il colore. Egli afferma, infatti, che da pittore, non avrebbe mai potuto fare delle fotografie in bianco e nero, rinunciando al colore e alle luci, caratteristiche principali del suo linguaggio.

“Nelle mie foto, attraverso la retinatura, faccio quello che in pittura facevo con il puntinato. Le velature, invece che con il pennello o a spugna, le facevo puntinate. Cioè, se un paesaggio aveva una luce troppo fredda, lo ripassavo con dei puntini minuscoli che modificassero la luminosità. Adesso in fotografia, attraverso le tecniche di contrasto, retinatura ecc. riesco a modificare le mie foto come se fossero dei quadri”.

Qual è stata la necessità che l’ha spinta a passare dalla pittura alla fotografia?

“E’ stato per due ragioni. La prima è che a 62 anni avevo l’impressione che su quella strada non avrei fatto niente più di così. Per le mie capacità non sarei riuscito a fare nulla di diverso o più significativo di quello che ero riuscito a fare. Quindi ho incominciato ad avere la sensazione di copiare me stesso. Mi riusciva bene, ma non mi soddisfaceva. Volevo provare a spingermi al di là delle mie capacità. Poi c’è stata un’altra cosa. Una volta ero seduto di fronte a una situazione molto bella e mi sono chiesto se la visione vedo era oggettivamente bella o era solo frutto della mia esperienza passata. Da lì ho capito che comunque tutte le nostre esperienze passate inevitabilmente plasmano il nostro modo di vedere il mondo. Questo mi ha portato ad osservare il mondo maggiormente dal punto di vista fotografico e a voler trovare una tecnica nuova”.

Questo tipo di opera d’arte è più vendibile rispetto ai quadri di dimensioni maggiori?

“No. In generale coloro che comprano per impressionare i propri ospiti, comprano cose grandi. Le persone che, invece, comprano per propria passione, amano le cose più piccole perché sono molto più intime e il rapporto è più diretto”.

Tono Mucchi spiega che non avrebbe potuto fare nulla di tutto ciò se non avesse fatto per 30 anni il pittore; non avrebbe mai fatto questo passaggio dalla pittura alla fotografia senza aver prima dimostrato a se stesso di saper dipingere.

Un’altra ragione che nel 2000 ha portato Tono Mucchi a sperimentare e quindi consolidare questa tecnica è stata, indubbiamente, la sua voglia di democratizzazione dell’arte. Grazie a questo sistema più veloce ed economico, adesso può realizzare opere più economiche e quindi alla portata dei più giovani e degli amanti dell’arte.

Il curatore Matteo Pacini e la gallerista Paula Nora Seegy, infatti, ci hanno spiegato che le opere di Mucchi, artista molto quotato sul mercato, hanno un prezzo di circa 1000 euro.

Si tratta, pertanto, di un ottimo investimento per il futuro!

Ed ecco alcune delle opere esposte:

tono mucchi personale milano nature morte

tono mucchi personale milano trame

Post scritto da Mariacristina Maffeo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *