Spesa a caro prezzo con i rincari: quali sono gli alimenti diventati più costosi?

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Il 2022 si sta dimostrando un anno particolarmente complesso, con le famiglie italiane che sembrano destinate a non avere pace, specialmente se si considera la parte economica. L’arrivo della super inflazione, difatti, ha mandato in orbita i prezzi di molte materie considerate di prima necessità. Dal carburante al gas, passando per gli alimenti, il portafoglio degli italiani viene continuamente messo a dura prova. Ma quali sono gli alimenti oggi più costosi?

Gli alimenti base della cucina mediterranea e i rincari sulla spesa

La cucina mediterranea ha sempre avuto molti vantaggi, non solo a livello nutrizionale e di gusto, ma anche economici. Con i rincari delle materie prime, però, il prezzo della spesa alimentare è schizzato alle stelle, coinvolgendo alcuni degli alimenti basilari per la nostra dieta.

Uno degli esempi più eclatanti è sicuramente l’olio, il cui costo nelle ultime ore sta continuando a schizzare alle stelle. In questi casi, quando ci si approccia a un alimento che sta subendo impennate di questo tipo, è sempre consigliabile dare un’occhiata ad alcuni supermercati online che, per fare un esempio specifico, permettono di trovare l’olio extravergine in offerta: così facendo si potrà risparmiare qualcosa in sede d’acquisto. Oltre all’olio, che vince la classifica dei rincari, troviamo anche altri alimenti il cui prezzo è aumentato in maniera esorbitante.

Al secondo posto si colloca la verdura fresca, con un incremento del prezzo intorno al 18%, mentre l’ultimo gradino del podio viene occupato dal burro, con un aumento pari al 17% circa. L’elenco prosegue citando altri alimenti che hanno messo a registro una crescita dei costi notevole, come la carne di manzo e il pollame, insieme al pesce e alla frutta fresca. Purtroppo nell’elenco ci sono anche la pasta, il pane e la farina, probabilmente gli alimenti più utilizzati in casa, e anche loro vittime dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi sulla spesa alimentare. E dato che siamo in estate e il caldo inizia a farsi sentire, vale la pena di citare anche l’aumento dei prezzi del gelato, intorno al 6%.

Il caso dell’olio di semi e delle patatine fritte

L’aumento del prezzo degli olii diversi da quello d’oliva ha quasi dell’incredibile. L’olio di semi di girasole ha addirittura raddoppiato il suo costo, con evidenti strascichi sulle cucine e sulle tavole delle famiglie italiane. Il motivo è molto semplice: l’olio di girasole viene considerato come quello più adatto per friggere le patatine e altri alimenti come nel caso delle verdure in pastella o del pollo.

Aumentando a dismisura il prezzo dell’olio, anche il costo delle fritture è diventato quasi insostenibile, soprattutto per chi ama concedersi spesso questo vizio di gola. In Italia i consumi di olio di girasole sono enormi, con quantità annue che si aggirano intorno alle 800 mila tonnellate. Considerando che due terzi del consumo derivano da olii importati, è facile capire quanto stia pesando l’aumento dei prezzi sulle fritture del nostro paese. Inoltre, è chiaro che le attività che si basano molto sulle fritture sono state costrette ad aumentare i costi, vedendo così diminuire il numero di clienti, con un ulteriore danno a livello economico. La speranza, come sempre, è che la situazione possa tornare entro i binari della normalità in pochi mesi.

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