I rumors di tutto il mondo e i tabloid inglesi ne parlavano già da qualche tempo e – dopo un annuncio via social e soprattutto dopo il summit del 13 gennaio a Sandringham – la notizia è diventata ufficiale: Harry e Meghan divorziano dalla Royal Family più famosa del mondo. Con il benestare (ma il malumore) di sua maestà la Regina Elisabetta II, il risentimento di Carlo e la tristezza di William.
La decisione dei duchi del Sussex non è certo passata inosservata: in questi giorni ne hanno scritto, raccontato e parlato in moltissimi. Qualcuno ha criticato la loro scelta, altri invece l’hanno capita e condivisa. In moltissimi ci hanno ironizzato su:
“Come fanno due membri della Royal Family a rinunciare a un titolo e decidere di mettersi a lavorare? Dio da il pane a chi non ha i denti” o ancora “Meghan tu sei riuscita a convincere tuo marito ad abbandonare la casa reale e io non riesco nemmeno a convincere il mio ad accompagnarmi a fare la spesa. Spiegami come si fa”.
La verità è che gli hashtag #MeghanAndHarry e #Megexit sono top trend mondiali da circa una settimana ma la ragione che ha spinto il secondogenito di Carlo e Diana e sua moglie ad abbandonare (si fa per dire) la Royal Family non è ancora del tutto chiara. Andiamo però per ordine: innanzitutto a cosa stanno rinunciando i Sussex?
1) Ai fondi pubblici inglesi, tanto per cominciare, ma non alle sovvenzioni del Principe del Galles che, dopo questa scissione, saranno però ridimensionate.
2) Probabilmente al titolo di “Altezze reali” ma non a quello di Duchi del Sussex.
3) Allo status di membri senior della Royal Family. Quindi niente più posti in prima fila durante le occasioni ufficiali come il Troping the colours o le commemorazioni, basta privilegi economici e di etichetta (come il Natale con Sua maestà) e niente più tour reali nei Paesi del Commonwelth o in giro per il mondo se non espressamente autorizzati.
Per farla breve Harry e Meghan non saranno più sul primo gradino della monarchia inglese ma verranno equiparati nel trattamento a Beatrice ed Eugenie, le figlie del principe Andrea e Sarah Ferguson.
Certo, diminuiranno i loro privilegi, ma anche e soprattutto i Duchi avranno meno obblighi nei confronti della corona. Questa scelta gli permetterà infatti di dire basta alle rigidissime regole dell’etichetta inglese e alle imposizioni di un’istituzione che tenta di stare al passo con i tempi ma – troppo spesso – resta ancorata ai retaggi del passato.
Potranno sorvolare su tutte le restrizioni volute dalla Regina: dalle più sciocche (non avere dei profili social personali, non scattare selfie con i commoners, non usare lo smalto nero) a quelle più serie come non poter lavorare o essere obbligati a vivere in Inghilterra. Sebbene i due abbiano già dichiarato che si divideranno tra il regno Unito e il Canada, così da permettere al piccolo Archie di familiarizzare con le sue origini reali e inglesi ma anche di vivere una vita più tranquilla e serena in Nord America.
Se c’è una cosa che ho notato in questi giorni però è che tutti, in un modo o nell’altro, nel bene o nel male, ritengono che la responsabile di questa decisione sia esclusivamente Meghan Markle. L’ex attrice di Suits è stata dipinta da un lato come un’arrampicatrice sociale, una calcolatrice che ha un piano ben preciso: sfruttare il marchio Sussex e diventare la prima influencer reale della storia. Dall’altra come la borghese femminista, la principessa contemporanea che vive la sua favola al rovescio: è stata lei stavolta a “salvare” il principe dalla Royal Family.
Sarà che, da accanita fan di Suits, ho sempre avuto una particolare simpatia per Meghan, ma io propendo più per questo secondo giudizio. Non totalmente però. L’animo femminista ed estremamente deciso della Markle è certamente venuto fuori in più occasioni da quando è un membro della famiglia reale: ha deciso ad esempio di essere seguita da un ginecologo donna nella sua gravidanza o – subito dopo il parto – di prendersi il suo tempo e non farsi immediatamente vedere in pubblico (sua cognata Kate Middleton era già sotto i riflettori 7 ore dopo la nascita del terzogenito Louis).
Ha scelto di lasciare Archie in braccio ad Harry nel giorno della sua presentazione al pubblico, mostrando al mondo un principe emozionato e dolcissimo che rivendicava il suo ruolo di papà e rendeva evidente l’uguaglianza che in famiglia esiste, anche e soprattutto tra le quattro mura di casa. La Markle ha sempre continuato a supportare le donne di tutto il mondo, anche nella sua veste ufficiale di Duchessa, battendosi per giustizia e parità.
Ma la parità non è predominio. Per questo non credo alla storia dell’americana cattiva che grazie al suo fascino impone il suo volere e quasi costringe il giovane Windsor ad abbandonare le sue origini. Non credo all’antipatia per Kate e nemmeno alla presunta fatica di riuscire ad accettare di stare sempre un passo indietro rispetto ai futuri reali di Inghilterra.
Mi piace invece romanticamente (forse troppo!) pensare che Harry e Meghan, i Duchi del Sussex siano una squadra e che siano anime gemelle riuscite a ritrovarsi. L’attrice di colore, indipendente e da sempre schierata al fianco delle donne ha incontrato il principe triste che non aveva scelto di essere un reale e forse non lo aveva mai desiderato davvero. Quel ragazzo naturalmente portato, dai suoi natali, a diffidare della stampa e a difendersi dagli occhi indiscreti del mondo. Perché costretto, da bambino, a seguire in lacrime il feretro della sua mamma che dalla notorietà è stata uccisa.
Credo che la storia personale e familiare del principe Harry abbia influito, e non poco, in questa decisone. Negli anni ha visto la sua famiglia distruggersi, ha visto i matrimoni di tutti i Windsor che appartengono alla generazione precedente alla sua sgretolarsi (con la sola eccezione di Edoardo, il conte di Wessex che – guarda caso – ha voluto che le sue figlie non avessero un titolo nobiliare). Ha visto la principessa Diana essere tradita, ammalarsi di depressione e poi spegnersi nella maniera più tragica.
Forse ha avuto paura di vivere ancora un dramma già conosciuto quando ha sentito la moglie dire in TV che lei a Buckingham Palace riusciva ad esistere ma non a vivere. Forse ha sentito il bisogno – una volta diventato papà – di proteggere suo figlio nel migliore dei modi che immaginava e di provare a regalargli quella vita normale che lui non ha potuto avere.
O forse, semplicemente, ha trovato il coraggio, grazie all’amore, di ammettere che non è mai troppo tardi per iniziare a vivere come si desidera. E per scegliere in autonomia e libertà il modo in cui condurre la propria esistenza. Anche se questo vuol dire rinunciare a titoli e palazzi e accettare la tranquillità e l’anonimato di una casetta (piccolina, ma non troppo) in Canadà. E allora non ci resta che augurare alla famiglia Sussex un futuro sereno e felice.
Meghan, solo una richiesta: ora che hai tutto questo tempo libero, che ne diresti una decima stagione di Suits?