Alla ricerca dell’inaspettato – Robert Mapplethorpe

«Ricerco la perfezione della forma. Lo faccio con i ritratti. Lo faccio con i peni. Lo faccio con i fiori. Non c’è differenza da un soggetto all’altro. Cerco di catturare qualcosa che potrebbe essere scultura … Se fossi nato cento o duecento anni fa, avrei potuto fare lo scultore, ma la fotografia è un mezzo molto veloce per vedere e per fare scultura». 

Così spiegava Robert Mapplethorpe, uno dei più influenti fotografi del Novecento. In mostra una serie di scatti, dalle prime polaroid degli anni Settanta ai ritratti dedicati al corpo maschile, passando per l’omaggio alla musa Patti Smith, fino alla morte, avvenuta nel 1989, l’artista si dedicò alla ricerca della perfezione formale, realizzando opere al tempo stesso classiche e contemporanee. Le prime Polaroid, gli autoritratti, i nudi plastici, le nature morte, ma anche le foto alla sua musa, Patti Smith, e i teneri scatti ai bambini, la vita e il percorso artistico del ragazzo terribile della New York degli Anni ’70 e ’80 in una grande retrospettiva. Mapplethorpe non ama essere etichettato come “scioccante”, anche se le sue opere suscitano clamore e talvolta capita che le sue mostre – celebre l’episodio del 1986 a Washington – vengano chiuse per oscenità. È il suo modo di non accontentarsi, di “cercare l’inaspettato”.
E se di ogni artista si può ritrovare una cifra distintiva, quella di Robert Mapplethorpe è decisamente la perfezione. Condizione necessaria di ogni scatto, inseguita – e spessissimo raggiunta – tra la grande varietà dei soggetti.
All’artista lo Spazio Forma di Milano dedica una mostra dal 2 dicembre 2011 al 9 aprile 2012: una grande retrospettiva che comprende ben 178 fotografie provenienti dalla Robert Mapplethorpe Foundation di New York, per la prima volta a Milano e unica tappa italiana. Un’opportunità per ripercorrere l’intero iter creativo di Mapplethorpe, nel quale i temi delle fotografie si intrecciano strettamente con la vita dell’artista. Alcune immagini particolarmente esplicite potrebbero turbare i visitatori non preparati, si consiglia la visione a un pubblico adulto. 
Ad aprire la prima delle sette sezioni tematiche in cui si divide l’esposizione c’è una serie di Polaroid degli Anni ’70, pezzi rari e originali (raramente escono dalla fondazione), che già testimoniano la sua natura di “sperimentatore”: Mapplethorpe trasforma in immagini la realtà che lo circonda, già alla ricerca di quel rigore formale che troverà poi pieno compimento negli autoritratti e nella serie di nudi. E sono proprio gli autoritratti i protagonisti della seconda sezione. L’indagine è estesa anche al corpo umano, esplorato e ritratto nella sua bellezza, simile a quella delle statue greco romane. Infine, la sezione centrata su fiori e nature morte, e quella dedicata ai bambini: sensuale la prima, con le calle carnose e i tulipani dalla corolla reclinata carichi di erotismo e malinconia; tenera e delicata la seconda, dove gli sguardi dei bimbi sono colti in tutta la loro vivace poesia.
Il suo tempo è la New York della rivoluzione pop, del new dada e di Andy Warhol; la città creativa e disinibita della liberazione sessuale, dell’esplosione della performance e della body art. Mapplethorpe è oggi unanimemente considerato uno dei più importanti fotografi del ventesimo secolo perché, come i grandi artisti sanno fare, è riuscito a essere nello stesso tempo classico e attuale: testimone del proprio tempo e astratto in una sorta di perfetta atemporalità.



Robert Mapplethorpe
Fondazione Forma per la Fotografia.
Piazza Tito Lucrezio Caro 1, Milano.
Dal 2 dicembre al 9 aprile 2012. Tutti i giorni dalle 10 alle 20.
Giovedì e Venerdì fino alle 22.
Chiuso il Lunedì.
Costo biglietto: 7.50 euro 
Ridotto 6 euro
Scuole 4 euro.
Per informazioni: 02.58118067






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