Chiara Ferragni Unposted, come lo ha sempre definito la protagonista, è un documentario sull’empowerment femminile in cui si celebra una visionaria. Sono andata al cinema con molti pregiudizi dopo le critiche lette, ne sono uscita con un’opinione completamente diversa.
A chi lo ha criticato chiedo: cosa vi aspettavate da una ragazza di 32 anni che vive la sua vita e la mostra (per quel che sappiamo noi – quasi tutta su instagram)? Certi argomenti, lo dico da sua follower, potevano essere sviscerati di più, a partire dal suo ruolo di Blonde Boss e CEO (le poche immagini delle riunioni descrivono momenti in cui lei appare distratta) o quello di moglie (interessante Fedez quando le propone un anno sabbatico senza però sue particolari riflessioni).
Il problema rimangono però le aspettative, cosa vi aspettavate? Quella descritta in Chiara Ferragni Unposted è esattamente la sua vita. Quella di una ragazza ambiziosa, che si ripete ogni giorno un mantra “Sii la Chiara che vorresti essere” per non farsi trascinare nel baratro di haters e critiche, un mantra che in alcuni momenti sembra esserle costato caro e averla messa nella condizione di pretendere sempre di più senza più quasi starsi dietro, nelle ambizioni, nelle decisioni, nel successo.
Questo documentario è in fondo un pezzo di tutte noi, noi che dobbiamo dirle grazie e che siamo nate e ci siamo perché prima c’è stata lei e che dobbiamo ammettere di non essere state così brave, così tenaci, così lungimiranti e anche forse così fortunate.
Chiara Ferragni Unposted è una bellissima storia che vuole far bene alle giovanissime (anche a fronte di una sala di curiose 30enni che la adoravano). Avrà sicuramente perso un’occasione per descrivere alcuni passaggi complessi in maniera più approfondita ma ha vinto su tutto il resto dimostrandosi una fonte inesauribile di bellezza e ispirazioni.
L’unposted che io ho visto è quello sguardo malinconico che Chiara si porta dietro sin da quando era bambina, della Chiara affamata di ambizioni che voleva lasciare il segno, della giovanissima che si è scontrata con un mondo che camminava mentre lei correva. Un po’ come quelle tra noi che vengono dal nulla o quasi nulla e che faticano e poi si godono i risultati, celebrandoli.
Chiara merita tutto questo, per una volta sarebbe bello limitarsi a godersi lo spettacolo piuttosto che criticarlo a tutti i costi. Soprattutto se lo spettacolo contiene messaggi e passaggi di una sociologia contemporanea unici.
Ps: il film non è più disponibile nelle sale cinematografiche. Lo sarà, a breve, su Amazon Prime.
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