Le giornate ai tempi del Corona Virus, quello che vorrei leggesse mia figlia

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Ciao Tesoro,
ti scrivo in diretta dal 29 febbraio 2020 da Milano.

Sai in questo periodo in Italia, e soprattutto in Lombardia, sta succedendo qualcosa che gran parte di noi non ha mai vissuto, non aveva previsto e sta cercando di gestire al meglio.
Da un focolaio nel nord Italia che non si è capito ancora da dove sia partito si è diramata una febbre molto pericolosa soprattutto per chi ha già molte patologie. Questa brutta influenza si chiama Corona Virus e pare sia partita da un animaletto cinese che lì per prima l’ha trasmessa con una potenza ingestibile. Il resto lo hanno fatto la potenza del network e delle relazioni – quello stesso network che ci aiuta a trovare segnalazioni, nuovi lavori e contatti. Già perché, Tesoro, pare sia successo proprio questo chi ha frequentato una persona con il Corona Virus l’ha trasmesso a tutti quelli che ha frequentato e chi più chi meno lo ha recepito in modi, tempi e modalità diverse.
Finora non avrai letto niente di nuovo ma adesso cercherò di spiegarti cosa è successo realmente al tessuto produttivo di questa città, cercherò di spiegartelo dal mio punto di vista, di una che lavora e vive questa città da dieci anni.

  • Allo scoccare del primo caso dello scorso venerdì le aziende hanno reagito in modi diversi. Le più evolute e digitali, quelle che avevano già sperimentato lo smart working e quelle molto impaurite perché in contatto con casi contagiati ha inviato mail spiegando di rimanere a casa almeno per una settimana. Le altre, quelle ancora soggette a un controllo “live” dei propri dipendenti e non organizzate per lo smart working si sono astenute comunicando le buone abitudini da adottare invitando o a prendere ferie o ad andare in ufficio regolarmente. E qui Tesoro si è creata la prima grande voragine del sistema lavorativo lombardo. Una parte agile a casa ai domiciliari che continua a produrre come se nulla fosse, un’altra che continua a produrre come se nulla fosse ma prendendo mezzi di trasporto, continuando a fare riunioni fisicamente e venendo in contatto con tantissime persone provenienti potenzialmente da ovunque. Non parliamo dei freelance che si sono visti cancellare dalle aziende lavori ed eventi. Già perché, Tesoro mio, queste settimane tutti gli eventi, anche i più importanti, non si faranno.
  • La vita sociale si è ridotta al minimo indispensabile. I ristoranti sono vuoti e, fidati, non li ho mai visti così! In questi giorni puoi prenotare o recarti senza prenotazione nei ristoranti fino a un mese fa inaccessibili. Certo ci sono quelli che non rinunciano all’aperitivo neanche ai tempi del Corona Virus, forse fanno bene forse no. Gli amici si incontrano a casa per cene intime e appena arrivano corrono a lavarsi le mani.
  • Il classico lombardo Tesoro mio ha una mentalità strana. Ma in realtà non solo il lombardo! Se ti rechi a lavoro con la febbre per alcuni boss sei cool e stacanovista devoto alla causa aziendale. Non sono io nella posizione di dirti che questa brutta influenza ci è stata mandata per insegnarci a non salvare il mondo, almeno a quanti tra noi che non sono medici, infermieri… Però posso dirti una cosa: se questo periodo di quarantena non ci insegna delle piccole cose allora sarà stato tutto vano. A cosa mi riferisco? Vorrei che le persone capissero che se hanno l’influenza non sono cool, se “fanno cose e vedono gente” sono solo delle persone pericolose per la loro salute e quella degli altri. Vorrei che i responsabili in azienda smettessero di vedere come un valore aggiunto l’essersi recato in ufficio e l’aver lavorato anche se malato. Sai cos’altro vorrei? Che questi domiciliari forzati ci insegnassero che lavorare da ovunque “smart” è possibile davvero e che il controllo fisico sui collaboratori non dovrebbe essere esercitato a fronte di un controllo invece sui progetti e sulla qualità delle attività portate avanti nei tempi previsti. Vorrei anche che tutto questo non vada nel dimenticatoio riducendo a essere un periodo di grande paura e confusione e basta. Vorrei che la gente non starnutisse mai senza coprire la bocca. Come è cambiata la vita di tutti e come siamo migliorati puoi dircelo solo tu Tesoro in diretta dal futuro. Siamo stati bravi e abbiamo imparato insegnando a più piccoli buone abitudini e attenzione al lavoro tanto quanto alla vita privata?
  • Sono successe anche cose diciamo “simpatiche” in questo periodo. Per esempio qualcuno, nel Sud Italia, ha pubblicato “Non si fitta ai settentrionali”, parafrasando un’altra famosa frase riferita ai meridionali che avrai studiato sui libri. Già perchè pare i lombardi impauriti a un certo punto, violando qualsiasi restrizione, siano tornati giù da mamma – i più sfortunati erano contagiati e pare abbiano contagiato. Per un attimo tutto sembra essersi ribaltato e quelli del Nord produttivo sembrano fermi impietriti e impauriti e quelli del Sud solo impauriti ma ancora in salute. La verità è che ci accomuna la paura quella che a volte fa fare cazzate e altre protegge. La verità è che non riusciamo a controllare questa situazione e i politici strumentalizzano e i media cambiano i titoli per fartene avere di più o di meno.

Se siamo stati bravi e a qualcosa questo periodo è servito puoi dircelo solo tu. Ma se oggi vivi a Milano Tesoro e lavori da casa o dall’aeroporto, indossi la mascherina se sei raffreddata e alle uscite delle metropolitane trovi il disinfettate forse è anche un po’ grazie a tutti noi che in questi giorni stiamo attenti a tutto, abbiamo paura ma cerchiamo di essere positivi continuando a vivere come se fosse solo una brutta influenza.

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