Yayoi Kusama, la kusamizzazione di Louis Vuitton

Yayoi Kusama

2012, La “Kusamizzazione” di Louis Vuitton. Torniamo a parlare di Louis Vuitton e del suo rapporto, delle sue collaborazioni, con gli artisti giapponesi. Da Muramaki a  Yayoi Kusama.

Yayoi Kusama, vera e propria outsider, è un’artista giapponese conosciuta per i suoi caratteristici pois bianchi su sfondo rosso, tanto da essersi guadagnata l’appellativo “Regina dei Pois”.

Classe 1929, Yayoi Kusama inizia giovanissima lo studio della tradizionale arte giapponese, detta nihonga, nella quale si laurea anche Murakami, ma presto, sentendosi stretta in una società orientale troppo legata al passato e attratta dalla cultura occidentale, si trasferisce a New York dove frequenta gli ambienti della pop art.

Nel 1975, di sua spontanea volontà, si fa ricoverare in una clinica psichiatrica, dove vive tuttora, a causa delle sempre più frequenti allucinazioni, di disturbi ossessivo compulsivi e tendenze suicide. Molti critici d’arte attribuiscono proprio a questi disturbi la sua genialità. Proprio lei stessa, infatti, afferma a più riprese di attingere ampiamente dalle sue allucinazioni la voglia che la porta a ricoprire ossessivamente di pois qualunque superficie.

Le surreali istallazioni su larga scala permettono agli spettatori di entrare nel mondo dell’artista e vederlo con i suoi occhi, capendo ciò che prova. Attraverso questa singolare introspezione nel suo mondo, Yayoi Kusama cerca di accettare e superare i suoi seri problemi, ma con una leggerezza che fa riflettere.

Poco conosciuta al di fuori del Giappone e dell’ambiente statunitense, nel 1994 Yayoi Kusama collabora al video “Love Town” di Peter Gabriel, diventando mainstream.

Yayoi Kusama ha sempre avuto legami profondi anche con il mondo della moda. Nel 2012 collabora con Louis Vuitton concependo la sua capsule collection come energia infinita da cui poter ripartire. Si cerca quindi di ripercorrere la vita artistica di Yayoi Kusama e tutto, borse e accessori, è tempestato dagli iconici motivi a pois.

Sono proprio i pois la sua vera essenza perché rappresentano dei punti e quindi lei, “un punto perso tra milioni di altri punti”, come l’artista stessa ama definirsi.

Contrariamente alle collaborazioni precedenti, dove il logo LV era presente ovunque e dominava la scena, nella collezione di Yayoi Kusama tutto è immerso nel suo mondo e il logo della maison francese passa assolutamente in secondo piano, viene relegato a semplici scritte quasi invisibili o addirittura scompare. La casa di moda si affida quindi completamente alla genialità, alla bravura e alla fama dell’artista Yayoi Kusama. Anche le principali boutique vengono completamente immerse in questo mondo fantastico dove, oltre ai pezzi della collezione vi sono opere fatte su misura, sculture e istallazioni: la boutique di Londra, oltre a vedersi l’edificio interamente coperto di pois con un movimento ad onde, ha posizionato un’enorme statua dell’artista sull’ingresso principale, creando un’atmosfera quasi surreale. Il risultato di questa studiatissima e sofisticata strategia di mercato è stato un notevole incremento delle vendite e un allargamento del mercato.

Da ciò si deduce una sorta di intercambiabilità tra due mondi apparentemente distanti: non solo gli artisti possono ricreare business ma anche le vendite stesse possono ricreare e far vivere l’arte.

Yayoi Kusama

Fonte: Gastv

Yayoi Kusama

Fonte: Phaidon

Yayoi Kusama

L’installazione realizzata nella boutique di Londra in occasione del lancio della capsule collection Loius Vuitton – Yayoi Kusama:

Il video Love Town di Peter Gabriel, frutto di una collaborazione con Yayoi Kusama:

Post scritto da Mariacristina Maffeo

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